Voucher. L’epilogo peggiore

La commissione lavoro della Camera dei Deputati ha deciso di cancellare del tutto i voucher (buoni lavoro) immaginando di chiudere così una discussione che ha ruotato per settimane (mesi) intorno ai concetti di precarietà del lavoro, di utilizzo dello strumento in malafede, di lavoro dipendente mascherato etc. In parte un problema vero e riconosciuto da tutti. Vi erano infatti in campo proposte concrete per limitarne l’uso e riportare i voucher al loro destino pensato in origine, cioè da utilizzarsi solo per piccole attività temporanee. La UIL aveva da tempo elaborato non solo uno studio ma proposte concrete di modifica. Incombeva però il referendum voluto dalla CGIL e il dibattito, molto amplificato dalla narrazione dei media più che per un vero interesse di massa della popolazione, ha indotto il Partito Democratico a fare la scelta peggiore. Cancellarli. Come reagisce la rete, mai tenera, anche con noi del sindacato quando diciamo la nostra

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Un sindacato si mobilita, ma I sindacati vengono giudicati, sempre al plurale

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Il dibattito usa spesso il tema del populismo anche per queste discussioni

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Gli italiani sono davvero così sprovveduti? interviene anche l’ironia che sui social non fa mai sconti.

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chi vince e chi perde? con chiosa ironica

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ho detto anche la mia…

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Ma di cosa stavamo parlando veramente?

L’INPS li descrive così sul suo portale: “una particolare modalità di prestazione lavorativa la cui finalità è quella di regolamentare quelle prestazioni lavorative” accessorie “che non sono riconducibili a contratti di lavoro in quanto svolte in modo saltuario, e tutelare situazioni non regolamentate”.

I Voucher sono introdotti nel 2003 con il governo Berlusconi II, nella cosiddetta Legge Biagi (sic) per attività di natura esclusivamente occasionale. Nel 2008 il governo Prodi II, a fine mandato, dà attuazione alla legge e prevede un limite economico di 5.000 euro per lavoratore nei confronti di ogni singolo committente; pochi mesi più tardi, con il nuovo governo Berlusconi appena entrato in carica, la normativa viene nuovamente modificata ampliando alla generalità dei lavoratori la possibilità di essere pagati tramite voucher per attività agricole. Con il governo Monti la normativa viene nuovamente modificata tramite la cosiddetta Legge Fornero che apre il pagamento tramite voucher a tutti i settori lavorativi e ad ogni categoria di lavoratori, mentre restringe il limite economico a 5.000 euro per l’intera pluralità dei committenti. E’ il governo Letta e poi con il Jobs Act  che viene progressivamente eliminata la dicitura “di natura meramente occasionale” permettendone così l’uso improprio.

Pur di fronte alle critiche, alle paginate di giornale, al dibattito acceso e a nessuno che ne ha più la paternità, quali sono i valori assoluti del loro utilizzo? 0,23 per cento rispetto al costo totale del lavoro dipendente privato e lo 0,35 per cento del totale di ore lavorate in Italia. La media di buoni per lavoratore è di 66 buoni a testa, un dato stabile dal 2012 ad oggi: negli ultimi anni è quindi cresciuta la platea di lavoratori coinvolti ma non il ricorso medio ai voucher per i singoli percettori.

Era giusto quindi spendere tempo prezioso, energie, minare rapporti contrattuali per questa “piccola” questione quando ci sono ben altri problemi per il lavoro in Italia? Noi pensiamo di no. La priorità e le energie dovrebbero essere spese per far funzionare le politiche attive, perché ad ora, le sentiamo solo nominare, ma nulla di davvero attuato perché si mettano in protezione in particolare i giovani nella flessibilità sempre più accentuata del mercato del lavoro. Si cita continuamente a sproposito Marco Biagi, che indicò una via già 20 anni fa, ricorrono tra poco 15 anni dalla sua barbara uccisione e noi continuiamo a perderci solo in un bicchier d’acqua mentre il mondo (che non aspetta), corre sempre più veloce e soprattutto altrove.

L’ultima domanda, la più sensata, perché adesso che si fa? non basta festeggiare per aver schivato il referendum perché usando sempre i rapporti dell’INPS: “Anche i voucher possono essere aboliti. Ma ciò che non può essere abolito è il problema sottostante: come si pagano le attività di breve durata”.

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Daniele Bailo

UIL Milano Lombardia