analisi dei capitoli previdenziali della legge di bilancio 2017

a cura della UIL Politiche previdenziali di Domenico Proietti

Analisi e commento dei capitoli Previdenziali contenuti nella Legge di Bilancio 2017

Nella di Legge Bilancio 2017 vengono confermati gli interventi previsti per le pensioni in essere e per i lavoratori ancora in attività contenuti nel verbale sottoscritto tra Governo e Sindacati.
Dopo anni di tagli al sistema previdenziale è importante che siano state postate risorse a sostegno dei pensionati e dei pensionandi pari a 7 miliardi di euro nel prossimo triennio.
Importante è l’estensione quattordicesima che riguarderà 1,2 milioni di pensionati con redditi fino a 1.000 euro e l’elevazione della somma percepita per chi ha redditi fino a 750 euro. Così come è di rilievo l’elevazione della no tax area per tutti i pensionati con l’equiparazione a quella per i lavoratori dipendenti, più volte chiesta dalla UIL, che è un primo taglio delle tasse.
Altrettanto importanti sono il cumulo gratuito dei periodi contributivi, che risolverà il problema per 100.000 lavoratori e lavoratrici, e la semplificazione della normativa sul pensionamento per i lavori usuranti.
Il Governo, accogliendo le proposte avanzate dalla UIL e dagli altri sindacati in fase di sottoscrizione del verbale d’intesa, ha introdotto il meccanismo dell’Ape agevolata, una vera e propria indennità con un importo massimo pari a 1.500 euro, che consentirà di accedere, senza nessun costo a carico dei lavoratori, alla pensione ad 11 categorie di lavoratori (tra le quali gli operai dell’edilizia, le maestre della scuola d’infanzia, gli infermieri con lavoro organizzato in turni), a chi è in stato di disoccupazione, a chi ha una invalidità superiore al 74% ed a chi assiste una persona
con grave disabilità.

pensioniÈ stabilito a 41 anni di contributi il requisito per l’accesso alla pensione anticipata per i lavoratori precoci, cioè di coloro che hanno almeno 12 mesi di contributi prima del 19° anno di età per le stesse categorie di lavoratori che beneficeranno dall’Ape agevolata.
Con la Legge di bilancio 2017 è stata varata l’ottava salvaguardia per i lavoratori esodati ed in fase di approvazione del testo è stata accolta la modifica chiesta dal sindacato di consentire l’accesso alla salvaguardia ai lavoratori che per effetto di accordi abbiano terminato di lavorare dal lavoro entro il 31 dicembre 2014.
Coinvolgendo così ulteriori 3.000 lavoratori, rispetto ai 27.000 originariamente previsti. Inoltre si è apportata una modifica alle norme che regolano “l’opzione donna”, incorporando di fatto l’adeguamento all’aspettativa di vita, non previsto dalla norma originaria e consentendo quindi a tutte le lavoratrici dipendenti nate nel 1958
di poterne usufruire.
L’approvazione rapida della Legge, a causa della contingenza politica, non ha consentito ulteriori interventi sulle misure previdenziali, resta, quindi confermato che per l’accesso all’ape agevolata sarà richiesto un requisito contributivo pari ad almeno 36 anni per chi svolge mansioni gravose e ad almeno 30 anni per i disoccupati, per le persone con disabilità superiore al 74% o per chi assiste un familiare disabile. Criteri stringenti che rischiano di penalizzare i lavoratori, come più volte segnalato dalla UIL.
È stabilito che la sperimentazione dell’Ape inizierà il 1° maggio e avrà una durata di 2 anni lasciando, in questo modo, ancora aperto il tema della flessibilità in uscita che per essere affrontato nel suo complesso ha bisogno di ulteriori interventi di tipo strutturale. Per questo abbiamo concordato con il Governo di mantenere aperto il confronto anche in materia di sostenibilità delle pensioni future, di previdenza complementare, di valorizzazione del lavoro di cura, di revisione del meccanismo dell’adeguamento alla speranza di vita e di separazione della spesa previdenziale da
quella assistenziale.

iri-2017_jpg-696x298Segnaliamo l’ingiusta misura prevista sia per l’Anticipo pensionistico sia per il cumulo contributivo sia per la pensione anticipata con 41 anni di contributi che penalizzerà i dipendenti pubblici e che comporta un differimento nel termine di pagamento del Tfs / Tfr (già ritardato in condizioni normali rispetto ai lavoratori del settore privato) che non decorrerà più dalla cessazione del rapporto di lavoro ma dal momento della maturazione del teorico diritto a pensione in base alla vigente disciplina Monti Fornero che può intervenire anche molti anni dopo soprattutto se l’accesso alla pensione è avvenuto per invalidità.

Per quanto concerne la previdenza complementare viene data la possibilità ai lavoratori di destinare ai fondi pensione ed alla sanità integrativa le somme corrispondenti al salario di produttività definito dalla contrattazione aziendale, senza che esse intacchino le soglie limite per la detassazione previste dalle attuali normative: 5.164,57 euro per la previdenza complementare 3.615,20 euro per la sanità integrativa.
Viene inoltre specificato che tali somme non solo sono esenti da imposta ma non concorreranno a formare la futura base imponibile delle prestazioni di previdenza complementare.

Per quanto riguarda gli investimenti di lungo periodo, i Fondi Pensione e le Casse previdenziali saranno esentati dall’imposta sui rendimenti di azioni o quote di proprietà di imprese operanti nel territorio italiano o dello spazio economico europeo a condizione che l’investimento in questi strumenti non superi il 5% del patrimonio
gestito. Misura importante che può contribuire alla crescita dalla previdenza complementare. Riteniamo, tuttavia, che andrebbe aumentata la quota di risorse da destinare a questi impieghi, in esenzione d’imposta, a partire dall’eliminazione diqualsiasi limite quando gli investimenti avvengono in strumenti non negoziati nei mercati regolamentati e sono finalizzati al sostegno dell’economia reale del sistema produttivo.

La riduzione dell’aliquota contributiva prevista per gli iscritti alla gestione separata titolari di partita IVA rende pressante la necessità di avviare la seconda fase del tavolo di confronto con l’introduzione di misure atte a garantire future prestazioni previdenziali adeguate e sostenibili.