Rapporto Cassa Integrazione Covid 19

In Lombardia oltre un milione di posti di lavoro salvati nel 2° trimestre 2020 e un totale di oltre 500 milioni di ore di CIG Autorizzata.

Margaritella: “Necessario prolungare la Cassa sino a fine anno

Miano 05.08.2020 – Nel II trimestre di quest’anno, in pieno lockdown e nel primo mese di graduale riapertura di tutte le attività produttive, il sistema degli ammortizzatori è riuscito a salvaguardare una media a livello nazionale di 4,1 milioni di lavoratrici e lavoratori a zero ore, con un ammontare di ore autorizzate nel trimestre pari a 2,1 miliardi. Quando parliamo di ore autorizzate, è bene precisarlo, ci riferiamo solamente a quelle accolte dall’Inps, quindi al netto di un reale ed aggiornato tiraggio che a più riprese e senza risposta abbiamo richiesto. Quest’ultimo, infatti, ci permetterebbe di comprendere sia quante ore di cassa integrazione sono state “effettivamente” utilizzate dalle aziende fino ad ora, sia di capire se “in cassa” vi sono ancora e a quanto ammontano le risorse destinate alla cassa integrazione Covid-19, soprattutto ai fini della proroga della stessa fino alla scadenza dell’anno in corso come da nostra proposta.

Il monitoraggio dei dati Inps, sempre a livello nazionale, ci mostra nel mese di giugno un dimezzamento delle ore di cassa integrazione autorizzate (pari a circa 409 milioni) rispetto ad aprile (835 milioni di ore) e maggio (849 milioni di ore).

In questa analisi la Lombardia è e resta capofila sia per numero di ore che per numero di posti di lavoro salvaguardati. Venendo ai numeri ad aprile la somma di CIG ordinaria, in deroga e fondo di solidarietà fa segnare oltre 198 milioni ore autorizzate ad aprile che passano ad oltre 211 milioni a maggio per scendere a poco più di 117 milioni a giugno. Dato questo che evidenzia una prima ripresa di attività da parte del sistema impresa.

Quanto al numero di posti di lavoro salvaguardati grazia agli ammortizzatori sociali se ne stimano oltre 504 mila ad aprile, 329 mila a maggio e poco più di 198 mila a giugno per un totale in Lombardia di oltre 1 milioni di posti salvati (4 milioni è il dato nazionale di stima).

Potendo fare un raffronto del trimestre di riferimento di dieci anni fa (2° trim 2010 vs 2° trim 2020) i numeri sono impressionanti. A livello nazionale si passa da 332 milioni di ore a 2 miliardi, mentra la Lombardia, che è e resta la regione significativa, passa da 81 milioni a 526 milioni con un aumento pari al 548%.

Tra i tanti settori, quelli a cui sono state autorizzate oltre 100 milioni di ore di cassa integrazione in 3 mesi a livello nazionale sono: il commercio all’ingrosso e al dettaglio che assorbe il maggior numero di ore di integrazione salariale (circa 336 milioni), seguito dalle attività immobiliari-noleggio-informatica-ricerca-servizi alle imprese con un ammontare di ore pari a circa 237 milioni, gli alberghi e ristoranti con oltre 213 milioni di ore, fabbricazione di macchine con circa 204 milioni di ore, la metallurgia con 191 milioni di ore, le costruzioni con 183 milioni di ore, e trasporti-magazzinaggio-comunicazioni con 129 milioni di ore.

<<E’ chiaro – sottolinea il Segretario Generale Uil Milano Lombardia Danilo Margaritella – che questa crisi porterà con sé conseguenze molto peggiori di quelle che abbiamo purtroppo vissuto con la precedente, ma i dati ci dicono che la tenuta occupazionale può esserci se si adottano le giuste misure e si mettono in campo tutti gli strumenti necessari per dare una risposta tempestiva all’emergenza>>.

E sulla necessità di prolungare la cassa come disposto dal Governo, il segretario è chiaro. <<La necessità di prolungare la vigenza della cassa integrazione fino alla fine dell’anno – conclude Danilo Margaritella – monitorando costantemente gli effetti del Covid-19 sia sul versante sanitario, ma anche occupazionale, permetterà di arrivare alla fine di questa brutta avventura con meno perdite possibili. Ribadiamo, però, che occorre anche mantenere fermo il blocco dei licenziamenti per motivi oggettivi contestualizzandolo al periodo di vigenza degli ammortizzatori sociali. Il venir meno del divieto di licenziamento, attualmente rischierebbe di produrre effetti devastanti nel mercato del lavoro. Siamo consapevoli che per affrontare tutte queste e le altre necessarie misure, occorrono ingenti risorse economiche che permettano di arginare la disoccupazione e dare ossigeno alle imprese per un loro rilancio, ma le risorse in campo ci sono, sia nazionali che europee. Occorre metterle in campo in maniera immediata e veloce con il contributo ed il coinvolgimento attivo delle Parti Sociali>>.