Andamento economia 29 luglio 2011

Ballano i mercati finanziari, stabile il mercato del lavoro.
Grazie alle crisi dei debiti sovrani e all’attacco speculativo all’Italia le borse in altalena perdono quanto avevano faticosamente riguadagnato dopo l’approvazione-lampo della manovra 2011; perdura l’apprensione verso lasostenibilità del debito pubblico di alcuni paesi, in primis Grecia, Spagna e Italia; il cambio euro/dollaro, che era giunto a toccare 1,4882 lo scorso 4 maggio, resta stabilmente sopra quota 1,4000; ancora in risalita il prezzo del petrolio verso i 100$ al barile e di conseguenza quello dei carburanti, gonfiati anche dall’innalzamento delle accise; continua la corsa del prezzo dell’oro,che supera 1.625$ l’oncia (era poco sopra i 500$ cinque anni fa!); l’inflazionein luglio si ferma in Italia e retrocede leggermente a Milano e in Europa; l’Euribor a tre mesi (è il tasso che le banche applicano fra loro per i prestiti trimestrali e che viene preso come riferimento per i mutui a tasso variabile) continua la sua crescita arrivando al 1,609% di luglio 2011; calano tutti gli indici di fiducia sia a livello europeo che italiano, in particolare l’ESI passa in luglio per la zona Euro a 103,2 da 104,4 mentre per l’Italia scende a 94,8dal 99,3 di giugno; in leggerissima ripresa il tiraggio della CIG che risale al 40,2% in aprile; continua l’andamento altalenante delle richieste di mobilità in Lombardia; le retribuzioni dei lavoratori dipendenti a giugno sono ferme, 0,0% su maggio e +1,8% in un anno; l’indice IPCA medio degli ultimi 12 mesi, ricalcolato al netto degli energetici, è a giugno salito al +1,8% (la stima per il 2011 è +2,3%).

Due eventi importanti hanno caratterizzato gli ultimi giorni di luglio per quel che attiene la conoscenza dell’andamento dell’economia lombarda e milanese: la presentazione dell’analisi congiunturale di industria, artigianato e agricoltura relativa al II trimestre 2011 di UNIONCAMERE Lombardia e la presentazione inCCIAA di Milano del rapporto “Milano produttiva 2011”.

Dalle analisi di UNIONCAMERE Lombardia si può dedurre che l’economia lombarda nel suo complesso regge bene anche se comincia a mostrare qualche segnale di rallentamento rispetto al trimestre precedente (ovviamente tutto il quadro si riferisce a prima della crisi delle ultime settimane). Quasi tutti i settori industriali segnano variazioni positive – molto bene siderurgia e pelli calzature – con l’eccezione di del legno mobilio; soffre ancora un po’ l’artigianato, per quanto in ripresa in diversi settori. Benino l’agricoltura, con l’eccezione del suinicolo che presenta ancora forti criticità.

Parliamo ora di Milano.

«Il treno dell’economia milanese si è rimesso in moto. E’ uscito dal tunnel della crisi. Il segnale di ripresa è stato dato dall’interscambio estero e per l’industria si può dire concluso il ciclo recessivo degli ultimi anni». Con un segnale del tutto rincuorante, il presidente della Camera di Commercio di Milano, Carlo Sangalli, ha commentato il rapporto annuale «Milano Produttiva 2011», giunto alla ventunesima edizione.

Accanto ai segnali positivi dell’economia milanese restano comunque forti criticità legate la mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione che cresce dal 5,7% al 6,2% del 2010, e soprattutto la disoccupazione giovanile, 14% per i diplomati e 12,8% per i laureati.

Notizie sull’andamento dell’economia milanese si possono trovare sul sito di Assolombarda alla sezioneInformazioni economiche—Novità dove vengono pubblicate le Note economiche e le Indagini congiunturali a cura del Centro Studi dell’associazione.
Qui vi segnalo due interessanti novità: “Confronto del Cuneo fiscale tra i principali paesi dell’OCSE”, con i dati riferiti al 2010, e “Indagine congiunturale trimestrale sul terziario innovativo”, con i dati riferiti al II trimestre 2011

In tema di mercato del lavoro l’Ufficio studi di CONFINDUSTRIA ha pubblicato l’“Indagine Confindustria sul mercato del lavoro nel 2010”  da cui si evince, tra l’altro:
Occupazione: diminuisce il turnover in uscita ma non ripartono le assunzioni
Salgono i contratti a termine e la loro trasformazione a tempo indeterminato

Le retribuzioni battono l’inflazione: 2,7% contro 1,5%