Il Def (Documento Economia Finanza) all’esame del Parlamento: l’analisi e le proposte della Uil

Il Def 2018, il Documento di Economia e Finanza, quest’anno si limita a fotografare l’attuale situazione economica italiana e a fare una proiezione per il futuro a politiche di bilancio invariate, poiché la nuova legislatura, uscita dalle elezioni del 4 marzo, di fatto, non è ancora partita. La Uil ha presentato un’analisi del documento alle Commissioni Speciali di Camera e Senato che stanno discutendo dei contenuti del Def. La Uil evidenzia le luci ma anche le molte ombre del sistema economico italiano, a partire dalla crescita del Pil molto inferiore rispetto agli altri Paesi europei e dal tasso di disoccupazione previsto in leggera decrescita, ma ben lontano dai livelli pre crisi. Impensierisce il sindacato anche la contrazione degli investimenti fissi della Pubblica Amministrazione, così come non sono rassicuranti le stime che prospettano una crescita dell’indice dei prezzi poco al di sopra dell’1%; se non cresce l’inflazione, non crescono i salari e di conseguenza non aumentano i consumi interni e non cresce come dovrebbe l’occupazione.

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L’indice della produzione industriale si è notevolmente ridotto e il settore delle costruzioni subisce una contrazione; rimane alta la pressione fiscale. Resta poi da scongiurare l’aumento dell’Iva che penalizzerebbe la domanda interna, che invece andrebbe stimolata. Sono inaccettabili i tagli del 7% apportati alle politiche di coesione e i gravi tagli alle politica agricola comune e al Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale. Va aggredita senza se e senza ma l’economia sommersa che, secondo le ultime stime, vale circa 198 miliardi di euro; dal contrasto di questo fenomeno possono provenire le risorse per abbassare il carico fiscale su salari e pensioni.

questo è l'anno della difesa dell'occupazione

La Uil ribadisce poi con forza l’urgenza di una riforma del sistema fiscale che è profondamente iniquo. Sul fronte previdenziale è necessario continuare a modificare la legge Fornero con l’introduzione di una reale flessibilità e dare a tutti la possibilità di pensionamento con 41 anni di contribuzione. Importante sarà poi trovare le risorse necessarie, nella prossima manovra di bilancio, per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego che scadono il 31 dicembre di quest’anno.