Gap gender. Perché ancora una differenza nella retribuzione Uomo – Donna

Perchè la UIL Milano e Lombardia ha promosso  una Campagna per il superamento del differenziale  retributivo  uomo/donna? Non è più  rinviabile l’individuazione di strumenti diretti  al superamento del differenziale retributivo ancora esistente fra lavoratrice e lavoratore con mansioni analoghe.

Il differenziale retributivo fra lavoratrice e lavoratore con mansioni analoghe, continua a rappresentare, anche in Italia, una forte discriminazione nei confronti del lavoro delle donne. Ogni anno il cosiddetto “gap” (Gender Pay Gap)viene misurato in ogni Nazione e, al di là di qualche oscillazione favorevole dovuta anche ad un generale indebolimento dei salari ed alla scarsa presenza di donne in mansioni meno qualificate, si attesta  intorno al 16%, senza che, oltre alle  denunce e all’indagine sulle motivazioni che lo producono, si individuino strumenti idonei a superarlo nei fatti, realizzando così una reale parità di condizioni tra uomini e donne nel mondo del lavoro.

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Le ragioni del persistere di questa discriminazione, nonostante le previsioni legislative a sostegno della parità e per contrastare le disuguaglianze, hanno origine complessa che travalicano il solo mondo del lavoro.

  • maggiore presenza delle donne nel precariato con conseguente minore tutele  
  • congedi parentali fruiti in maggioranza dalle madri. La tanto invocata ripresa demografica sembra non accompagnarsi mai da analisi che vadano al di là di un generalistico riferimento alla maggiore precarietà del lavoro delle donne ed all’alto tasso di disoccupazione femminile, non insistendo mai abbastanza sul maggiore equilibrio fra i ruoli genitoriali che è vero va migliorando, ma che vede ancora i padri molto assenti nella fruizione dei congedi loro consentiti. Qualche studioso segnala anche l’ostracismo posto dalle aziende alla fruizione dei 2 giorni di “paternità” obbligatoria introdotti di recente dalla Legge dello Stato. I padri non fruiscono dei congedi parentali perché guadagnano di più delle madri, hanno più prospettive di carriera e quindi non compromettono il loro futuro lavorativo, ma certamente permane una cultura all’interno delle famiglie   fortemente legata allo stereotipo rispetto alla suddivisione dei ruoli
  • interruzione del lavoro per ragioni di conciliazione familiare. Infatti all’elevato costo dei servizi per l’infanzia si accompagna spesso l’assenza della disponibilità dei nonni sia per ragioni legate alla composizione delle nuove famiglie ed alla loro lontananza geografica dalla famiglia di origine, sia perché i nonni spesso lavorano ancora o sono già impegnati nell’accudimento degli anziani, che ancora una volta e per ragioni simili a quelle relative alla maternità, ricadono sulle spalle delle donne)
  • Femminilizzazione della prestazione lavorativa a part-time ( donne 31,9% e uomini 7,8%) anche se Istat segnala che il 60% del part-time femminile è involontario

 

  • Aumento dei differenziali retributivi riconducibili alle modalità di erogazione dei premi di produttività e dei componenti accessori della retribuzione ed al minore ricorso da parte delle lavoratrici al lavoro straordinario
  • Persistenza del fenomeno della segregazione professionale delle lavoratrici in settori e in mansioni meno remunerativi e con meno prospettive di carriera, a volte anche coincidente con maggiori possibilità di conciliazione familiare.
  • Se per il caso della segregazione professionale si parla di “parete di cristallo, per la mancata o difficoltosa progressione di carriera delle donne si parla di tetto di cristallo” , tanto più stridente se rapportato al titolo di studio in possesso oggi delle lavoratrici Quindi lavoratrici più povere e in futuro pensionate più povere.Anche il 2017 rischia di passare senza che vengano assunte misure di contrasto a questo fenomeno che come detto più sopra, ha radici nella cultura delle aziende e delle famiglie. La Regione Lombardia e la città di Milano hanno dati più confortanti del resto del Paese sull’occupazione femminile, quindi è opportuno che da qui parta questa iniziativa per richiamare l’attenzione sull’urgenza di individuare soluzioni adeguate al superamento del differenziale retributivo.
  • Questi interventi sono molto attesi dalle lavoratrici e dalle donne tutte, anche alla luce dei tanti studi condotti sul tema in Italia ed in Europa, che confermano la giustezza di queste aspettative che travalicano la semplice rivendicazione economica e coinvolgono il tema più ampio del lavoro delle donne e del valore delle donne nella nostra società.
  • La campagna si concretizza:
    • nella sottoscrizione da parte delle lavoratrici e dei lavoratori , cittadine e cittadini, della Petizione che la UIL ha aperto su Change.org

Campagna UIL

effettuabile tramite mail, fb, sito della UIL e telefono cellulare

 

  • nell’invio della stessa cartolina via mail nel formato che alleghiamo e che verrà spedita a cura delle lavoratrici, lavoratori, cittadine e cittadini
  • nella diffusione e divulgazione massima dell’iniziativa in tutte le sue forme nel mondo del lavoro e oltre