Newsletter NOVEMBRE Coordinamento pari opportunità

NEWSLETTER DELLE DONNE DELLA UIL novembre  2017

IL 25 NOVEMBRE E’ LA GIORNATA MONDIALE DI LOTTA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Contro la violenza alle donne nel mese di novembre si mobiliteranno tutte e tutti per ricordare, celebrare, piangere, denunciare.

L’impegno per noi è lottare per non dover più contare le donne morte, le vite distrutte, le ferite profonde dell’anima e del corpo

Il giorno 22 novembre alle 9.30 si riunisce il Consiglio Generale della UIL Milano e Lombardia che d’intesa con il Coordinamento P.O. e politiche di genere , ha organizzato un momento di riflessione ed informazione sugli strumenti che il mondo del lavoro ha per contrastare la violenza sulle donne e le molestie sessuali. La giornata si chiuderà con una performance teatrale

L’invito è stato spedito ……..mettete in agenda  

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C’è del marcio nel mondo dello spettacolo? (molestie sessuali nel mondo del lavoro)

di Clara Lazzarini

Lì, ma non solo: le indagini su denunce postume si sono attivate, per fare alcuni esempi, anche nella “turris eburnea” degli uffici della Unione Europea e poi nel regal cerchio del governo inglese che ha dato vita alla brexit ed ha decretato la morte dell’antico detto “ niente sesso, siamo inglesi”.

La macchia oleosa della violenza di genere galleggia ed è finalmente sotto gli occhi di chi non voleva vedere e non voleva far sapere.

Nel mondo del lavoro come nella società, non risparmia né donne né uomini né transgender.

E questo pone al Sindacato che vuole difendere diritti e libertà dei cittadini, al nostro Sindacato, alcuni problemi di complessa soluzione, per citarne alcuni.

-Molto poco può fare il sindacato per chi cerca o chiede lavoro.   Per chi contratta a livello individuale ingaggi o scritture o contratti. Sono persone a noi spesso sconosciute che affrontano disarmate chi ha il potere di concedere ma anche di ricattare.

-Difficile anche intervenire nel settore della libera professione in cui gli Studi professionali si chiudono a riccio e chi vi lavora spesso non ha la cultura della tutela collettiva nemmeno per denunciare sfruttamento economico e consueta violazione dei diritti del lavoro; figurarsi poi denunciare lo sfruttamento sessuale!

– Ma non è facile nemmeno per i lavoratori dipendenti nonostante la presenza di leggi, accordi e protocolli che dovrebbero dare indicazioni di comportamenti e strumenti per prevenire e limitare i danni.

Danni psicosociali per le vittime ma anche economici per le aziende pubbliche e private in cui si palesa il fenomeno che sono quantificabili in minor resa del lavoro, in svalorizza zione della capacità. del merito e della competenza per arrivare ai danni di immagine ed agli eventuali costi giudiziari.

Non sono rari i casi di molestie e ricatti quando si contratta

per ottenere anche nei limiti di legge e contrattuali dei benefici o delle progressioni di carriera. E tutto può diventare ancora più arduo nella montante cultura della contrattazione individuale che prescinde e vuole ridurre il ruolo delle organizzazioni dei lavoratori.

La domanda classica CHE FARE ? è d’obbligo Noi partiamo avvantaggiati dalla nostra consapevolezza che i diritti del lavoro si affermano contestualmente al diritto alla libertà e dignità della persona.

E che tali diritti umani per chi non ha potere si tutelano con l’Organizzazione ed il Sapere.

Dobbiamo per questo essere grati a chi denuncia denunciando così anche le proprie debolezze: perché ci mette in grado di conoscere e se possibile governare un odioso fenomeno che, anche se antico, non è meno esecrabile.

E siamo avvantaggiati dall’aver previsto ed organizzato Sportelli di Ascolto per individuare casi ed “accompagnare” i richiedenti aiuto.

Ma ora dobbiamo fare un passo in più.

Credo che con le RSU e le RSA dovremmo attivare un piano di formazione minima per individuare i segnali di disagio ed incoraggiare i nostri delegati a rivolgersi loro per primi agli sportelli per consulenza.

Inoltre sarebbe utile esporre nelle bacheche sindacali:

i recapiti degli sportelli e dei centri di aiuto.

I testi ( o loro sintesi) degli accordi nazionali, locali e aziendali in materia,

Per far sapere che nessuno è solo e che se il disagio lo è, vuol dire che è riconosciuto vero e diffuso.

Infine sarebbe utile uno sportello generale di diritto per chi si avvicina per la prima volta al mondo del lavoro anche come libero prestatore d’opera che comunque ha diritto ad un appoggio concreto.

Per ricordare che la violenza ed il ricatto sessuale sono frutto di abuso di ruolo di potere. Qualsiasi ruolo, anche medico, docente e tanti altri ancora come ci insegna la cronaca passata e recente

Ma per ricordare anche che violenza e ricatto sessuale spesso mascherano la miseria e l’impotenza di essere compiutamente umani.

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Perché abbiamo  bisogno di calcolare  i costi economici  delle molestie sessuali

( di Daniele Bailo con estratto di Adam Jezard sul World Economic Forum)

Le accuse fatte dalle celebrità di Hollywood contro il produttore Weinstein hanno innescato una più ampia discussione sulle molestie sessuali sul posto di lavoro. Utilizzando #Meetoo, #balancetonporc, #yotambien e in Italia #QuellaVoltaChe, le donne ( ed alcuni uomini ) in tutto il mondo hanno condiviso sui social media le loro esperienze di molestie sessuali.

Il problema ancorché ben documentato è ancora sottostimato: ciò che sorprende è che non esiste una ricerca aggiornata sull’impatto economico delle molestie sessuali sulle vittime in termini di opportunità di carriera persa e sulle aziende o organizzazioni che non ne hanno impedito il verificarsi.

Risale al 1988 uno studio che esemplificava in circa 6,7 milioni di dollari costati ad un’azienda tipo con 23,750 dipendenti il danno correlato all’assenteismo, alla bassa produttività e turnover del personale a causa di molestie sessuali.

Ed ancora sappiamo che la 21st Century Fox ha pagato nel primo trimestre del 2017 ben 45 milioni di dollari per risolvere le accuse di molestie sessuali!!!!!!

La «prassi» delle molestie sessuali è più difficoltosa se le donne ricoprono ruoli aziendali di alto livello e questo fatto riporta alla ribalta il tema della discriminazione/segregazione nei posti di lavoro .

Anche in Silicon Valley i racconti di maltrattamento delle donne sono numerosi: Travis Kalanick è stato costretto a lasciare l’incarico di Direttore Esecutivo di Uber per avere ignorato le lamentele di molestie e discriminazioni …. Ma è rimasto nel Consiglio !!!!!

Sono ancora 59 i Paesi che non hanno Leggi contro le molestie sessuali nei luoghi di lavoro ,nonostante il fatto che più donne entrino nel mercato del lavoro…. Senza l’aiuto e l’impegno in questa direzione dei leader aziendali e politici il cambiamento sarà difficile.

Come ha affermato la Commissione per le Pari Opportunità lavorative in   USA….. Il cambiamento di rotta deve venire dall’alto « le molestie sul posto di lavoro, non si fermeranno da sole, è responsabilità di ognuno di noi combattere per farle cessare»

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BEBE’ CARD A MILANO 1800 euro all’anno

( a cura di Barbara Peres)

Sono 1800 euro all’anno ( 150 euro al mese per 12 mesi) erogati dal Comune di Milano attraverso la carta elettronica

“ Bebè Card”

per l’acquisto di beni e servizi alle mamme di bambini

nati a partire dal mese di aprile 2017

  • residenti a Milano,
  • cittadini italiani o cittadini U.E.
  • cittadini non comunitari e in possesso dello status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria,
  • cittadini non comunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno della durata di almeno un anno
  • casalinga o disoccupata o non aver beneficiato di alcuna forma di tutela economica della maternità dal datore di lavoro per il periodo di maternità
  • non aver superato 16.954,95 di valore ISEE ( 2017)
  • In caso di gemelli il contributo sarà assegnato per ciascun bambino

I prodotti, come pappe e pannolini, potranno essere acquistati in una rete di punti di vendita affiliati.

L’elenco completo dei punti di vendita affiliati è disponibile:

su www.comune.milano.it/redditomaternita su www.wemi.milano.it/bebecard

I servizi, come la tata o la baby-sitter, potranno essere acquistati recandoti presso gli spazi WeMi o collegandoti al sito web www.wemi.milano.it/bebecard dove potrai conoscere e scegliere i servizi che ti interessano tra quelli offerti dalle associazioni e dalle cooperative accreditate dal Comune di Milano.

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Ocse: in Italia stipendi donne oltre 20% più bassi di uomini (AGI) – Roma, 18 ott – In Italia le donne percepiscono stipendi più bassi di oltre il 20% rispetto agli uomini. Non solo, sono spesso costrette a lasciare il mondo del lavoro per prendersi cura dei familiari.

E’ il quadro che emerge dal rapporto dell’Ocse “Preventing Aeging Unequally”, (Come prevenire l’ineguale invecchiamento’).

L’organizzazione di Parigi precisa che le donne percepiscono stipendi che sono di “oltre il 20% più bassi” di quelli degli uomini, e che nel nostro Paese la percentuale di persone oltre i 50 anni (in maggioranza donne) che si prendono cura dei loro cari e’ del 13%, contro il 5% della Svezia.

Per prevenire, mitigare e far fronte a queste diseguaglianze, l’Ocse suggerisce, in particolare per l’Italia, di “fornire servizi di buona qualità per l’infanzia e migliorare l’educazione dei bambini, specie tra i settori più svantaggiati”.

Questo, nota l’Ocse, potrebbe accrescere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Inoltre occorre “assicurare una migliore transizione dalla scuola al mondo del lavoro, per combattere la disoccupazione di lunga durata e migliorare le capacità di apprendimento dei lavoratori più anziani”. (AGI)

E se lo dicono anche loro !!!!! Noi lo stiamo dicendo da tempo e con la nostra campagna cerchiamo di smuovere la situazione …….. Fatelo anche VOI