L’Italia ha ratificato la Convenzione ILO sul lavoro domestico
L’Italia ha ratificato la Convenzione ILO sul lavoro domestico: un’importante vittoria voluta e conseguita dal sindacato italiano ed internazionale.
Durante il Convegno di Cgil, Cisl, Uil sul lavoro domestico, realizzato il 18 dicembre presso la sede italiana dell’ILO, il Ministro del Lavoro Elsa Fornero ha annunciato la firma imminente, da parte del Ministro degli Esteri, della Convenzione dell’ILO sul lavoro dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori domestici (n.189)
Poche ore dopo la conferma dalla Farnesina: sia il Presidente Napolitano che il Ministro Terzi hanno firmato”. L’Italia è il primo Paese UE, e 7° nel mondo, a ratificare la Convenzione.
La Farnesina scrive a Ginevra per formalizzare l’atto.
I lavori del Convegno – La giornata di ieri è stata, dunque, un pieno successo di Uil, Cgil e Cisl, non solo perché è stata coronata dall’eccellente notizia della ratifica, ma anche per la piena riuscita dell’iniziativa, molto partecipata e qualificata nei contenuti degli interventi. Luigi Cal, direttore ILO per l’Italia e San Marino, in qualità di anfitrione, ha ringraziato gli ospiti ed i partecipanti, soffermandosi sull’importanza delle Convenzioni come strumento “tripartito” di sostegno agli attori sociali, nel mondo del lavoro. Ha ricordato che l’Italia ha anche ratificato le convenzioni 97 e 143, entrambe sul tema dei lavoratori migranti. Alla notizia della ratifica, Cal ha commentato: “C’è grandissima soddisfazione per la ratifica della Convenzione 189 da parte dell’Italia perché avviene in una giornata dal forte significato simbolico, quella che le Nazioni Unite dedicano ai migranti, e perché la notizia è arrivata a conclusione del Convegno organizzato da CGIL, CISL e UIL presso lo stesso ufficio dell’ILO di Roma “. “La Convenzione rappresenta dunque uno strumento in più, a fianco di quelli del contratto collettivo e della bilateralità, messo a disposizione delle parti sociali e del Governo per estendere le tutele in un settore considerato fino a poco tempo fa di seconda categoria: La ratifica spingerà le parti sociali e il Governo — ha spiegato ancora Cal — ad assumersi tutte le responsabilità per poter dare compimento alle richieste della Convenzione”.
Nella sua introduzione, il Coordinatore Del Dipartimento UIL Politiche Migratorie Giuseppe Casucci aveva sottolineato tre urgenze:
a) La ratifica subito del dispositivo ILO;
b) Il superamento delle differenze esistenti di trattamento tra lavoratrici madri domestiche e quelle degli altri settori;
c) A necessità di politiche positive di incentivo all’emersione per un settore che è ancora per il 40% sommerso: questo può avvenire attraverso forme di aiuto alle famiglie, ad esempio con la fiscalizzazione degli oneri sociali.
“Si tratta di una strategia già adottata con successo da altri paesi, come ha sottolineato Casucci, secondo cui solo effettive politiche di sostegno alle famiglie potranno condurre ad una emersione del sommerso che riguarda forse il 40% di tutti i lavoratori domestici del nostro Paese”.
Qualificanti anche gli interventi delle rappresentanti sindacali delle categoria: Giuliana Mesina, della segreteria nazionale FILCAMS Cgil si è soffermata sul rapporto tra lavoratori domestici e migrazione in Italia: “Lavoratori che devono essere considerati come un vero pilastro della nostra società”, ha sottolineato la dirigente FILCAMS, che prevede “una crescita esponenziale del settore nei prossimi anni”.Una crescita che deve essere accompagnata dalle istituzioni e dalle parti sociali, come ha rilevato Rosetta Raso, segretaria nazionale della FISASCAT, che propone investimenti in formazione e in salute e sicurezza.
Ivana Veronese, Segr. Nazionale Uiltucs UIL, si è soffermata sul tema delle lavoratrici madri e sulle differenze di trattamento che ancora le separano dalle colleghe di altri settori d’impiego: “abbiamo sollecitato le controparti a trovare un punto d’incontro nell’ambito del contratto, finora però senza risultato. Su questi temi, ha rilevato Veronese, è bene trattare per trovare soluzioni, prima che la Convenzione, la legge, piuttosto che la sentenza di un giudice ce lo imponga”. Oltre che del contributo di alcuni lavoratori del settore il Convegno è stato arricchito dalla presenza delle parti datoriali rappresentate da Teresa Benvenuto, esponente FIDALDO, e Lorenzo Gasparrini, vice presidente di DOMINA, che hanno sottolineato le difficoltà economiche di molte famiglie: “Siamo contenti dell’iter di questa Convenzione — ha detto la Benvenuto — perché protegge un settore che non deve essere considerato residuale; da questo punto di vista la formazione è essenziale per sostenere le richieste delle famiglie”. Anche per Gasparrini non esiste distanza ideologica ma piuttosto esistono le difficoltà economiche in cui molte famiglie versano: “Dobbiamo applicare le norme in maniera progressiva — ha detto il vice presidente di Domina — perché le famiglie non possono sopportare ulteriori costi”. È proprio la crisi economica, dunque, a segnare la linea tra ciò che sarebbe opportuno fare e ciò che realisticamente potrà essere messo in pratica. Adriana Cretu, lavoratrice di origine rumena, è però intenzionata a festeggiare nonostante la crisi in quanto lavoratrice domestica e immigrata: “Sì, la crisi ci sta soffocando — ha detto Adriana — ma proprio in questo momento è ancora più importante un sostegno morale; i problemi sono delicati e difficili da verificare perché il lavoro si svolge all’interno di case ma abbiamo la stessa dignità di altri lavoratori”. Adriana e le sue colleghe hanno da oggi un nuovo importantissimo strumento per difendere finalmente la propria dignità e i propri diritti.
il Ministro del Lavoro Elsa Fornero, non ha nascosto, sin dal suo ingresso in sala, l’ottimismo per una imminente ratifica della Convenzione: “L’Italia è pronta a ratificare la 189 — aveva annunciato il ministro entrando nella sede dell’ILO — ed eserciterò tutta la mia influenza per convincere il ministro degli Esteri Terzi a firmare il prima possibile, forse anche nella giornata di oggi”. Sul tema di possibili aiuti alle famiglie, come strumento di emersione dalla irregolarità, il Ministro ha invece richiamato il sindacato “alla ragionevolezza” , escludendo la possibilità che il Governo possa mettere risorse finanziarie a disposizione, vista la grave situazione economica del Paese. Il Segretario Confederale della UIL Guglielmo Loy, intervenuto subito dopo, ha comunque fatto notare che l’emersione di oltre 500 mila lavoratori domestici da una condizione di irregolarità e lavoro nero porterebbe alle casse dello stato molte più risorse di quanto possano costare gli incentivi alle famiglie. “Bisogna partire dal dato di fatto che le famiglie oggi – attraverso 1,5 milioni di lavoratori domestici – surrogano un mancato welfare che costerebbe allo Stato ingentissime risorse. “Le persone fanno riferimento ai lavoratori domestici anche perché lo Stato non garantisce alcuni servizi fondamentali — ha spiegato Loy — e se il Governo dovesse mancare di concedere incentivi aggiungerebbe la beffa al danno”. “Ognuno deve fare la propria parte – ha aggiunto il dirigente UIL – ed anche lo Stato deve fare la sua”. Più tardi, alla notizia della ratifica, Loy ha poi ringraziato il Governo per la decisione: “La Uil – ha scritto in un comunicato – dà atto ai ministri degli Esteri e del Lavoro di aver, con questo atto, raccolto la volontà dei lavoratori domestici che vivono e lavorano in Italia. E’ anche un segnale di disponibilità verso il sindacato confederale che ha richiesto con forza nell’ultimo anno l’adozione di questo importante strumento internazionale”. “Da oggi – ha concluso il dirigente UIL – è necessario mettersi al lavoro per rafforzare le politiche di regolarizzazione e di emersione delle ancora troppe sacche di lavoro irregolare”. Anche secondo Piero Soldini, responsabile immigrazione della Cgil, – intervenuto in una tavola rotonda nell’ambito del Convegno – servono “politiche per cercare di ‘formalizzare’ il lavoro informale”, e “lo strumento più efficace per fare emergere l’enorme sacca di lavoro nero che si annida in quello domestico e’ la defiscalizzazione degli oneri con una vasta azione di regolarizzazione”.
Presente al Convegno anche Marieke Koning della CSI, responsabile della campagna internazionale “12 by 12”. La dirigente sindacale ha fatto una panoramica delle iniziative in corso nella settimana, con mobilitazioni in atto in 51 Paesi. Per Marieke la ratifica da parte dell’Italia è un ottimo segnale verso gli altri Paesi europei, alcuni dei quali (ad esempio la Germania) potrebbero seguire a breve la stessa strada.
Una campagna rilanciata appunto da Cgil, Cisl e Uil che hanno voluto darsi ieri appuntamento presso l’ufficio romano dell’ILO proprio per l’evento conclusivo che avviene al termine di una settimana di azioni dimostrative. I rappresentanti dei sindacati hanno dunque auspicato una maggiore attenzione per un settore che, se incentivato adeguatamente, potrebbe rappresentare un vero volano occupazionale: « C’è uno stretto legame — ha detto Liliana Ocmin, segretario confederale della CISL — fra occupazione giovanile, femminile e lavoro dei migranti ma per poter rilanciare il settore bisogna ipotizzare politiche fiscali per non sovraccaricare le famiglie e per contrastare il lavoro in nero ».