Marcinelle, memoria e impegno. UIL Lombardia: “Da Marcinelle ai giorni nostri, di lavoro si continua a morire”

Oggi ricorre il 69° anniversario della tragedia di Marcinelle, in cui persero la vita 262 minatori, di cui 136 italiani. Una ferita incancellabile nella storia del nostro Paese e del lavoro migrante, che ancora oggi ci interpella. Una pagina drammatica della nostra storia, che ci ricorda quanto possa essere alto il prezzo del lavoro quando vengono meno tutele, diritti e sicurezza.

Per la UIL Lombardia, la memoria di Marcinelle non è soltanto commemorazione, ma un richiamo attuale e drammatico. È memoria viva, una tragedia che ancora oggi ci interroga, che impone di mobilitarci di fronte alle morti sul lavoro, stragi quotidiane che continuano a colpire anche la nostra regione.

«Marcinelle non è solo un luogo del passato – dichiara Eloisa Dacquino, Segretaria Confederale UIL Lombardia – ma il simbolo di un sacrificio collettivo che si rinnova ogni volta che una lavoratrice o un lavoratore perde la vita, oggi, in un cantiere, in una fabbrica, su una strada o in un campo. È inaccettabile che si continui a morire sul lavoro». I dati diffusi dall’Inail a livello nazionale sono allarmanti; in Lombardia sono già 56.641 le denunce di infortunio nei primi sei mesi dell’anno, 78 i casi mortali, 2.562 le malattie professionali; preoccupano in particolare gli eventi che coinvolgono gli studenti, oltre 11.554 le denunce di infortunio, il 23% del totale nazionale.

«Ricordare Marcinelle – prosegue Dacquino – significa impegnarsi ogni giorno perché la sicurezza diventi una priorità, non solo nei protocolli, ma nelle scelte politiche e negli investimenti. Serve prevenzione, formazione di qualità, controlli efficaci. Ma serve anche un cambio di paradigma, non solo culturale, a partire dalle imprese: non possiamo accettare che si continui a morire sul lavoro. La sicurezza deve essere garantita, le norme vanno applicate».

La UIL Lombardia rinnova il proprio impegno per un lavoro sicuro, dignitoso, tutelato. E lo fa portando la memoria di Marcinelle nei luoghi di lavoro di oggi, accanto alle famiglie delle vittime, accanto alle lavoratrici e ai lavoratori che ogni giorno salgono su un’impalcatura, entrano in un reparto, percorrono strade pericolose o svolgono mansioni a rischio.

«La sicurezza sul lavoro non è memoria. È urgenza. – conclude Dacquino».