io sono memoria (il viaggio ad Auschwitz)

#IOSONOMEMORIA è l’hashtag che abbiamo utilizzato per questo viaggio ai campi di Auschwitz e Birkenau che si è svolto dal 22 al 26 Marzo 2018

Sul treno, dopo l’esperienza della visita ai campi, aver partecipato alle attività sul treno, aver ascoltato gli studenti e aver raccolto la loro testimonianza sia durante il viaggio di andata che in quello di ritorno, abbiamo fatto un lavoro di gruppo sulle emozioni, sulle sensazioni, sulla condivisione dell’esperienza. Prima che il treno tornasse nella stazione di Milano da dove era partito, hanno prodotto uno scritto, prima tappa di un lavoro di elaborazione dell’esperienza che nelle prossime settimane si arricchirà di altri articoli e di un filmato realizzato durante il viaggio. A corredo, una fotografia scelta da ogni partecipante tra quelle realizzate (Daniele Bailo)

foto di Giulia

foto di Giulia

 

Per alcuni di noi era il primo viaggio, per altri no. Poco importa, una volta varcato quell’infernale cancello le sensazioni che ci scorrevano dentro e da cui siamo stati investiti furono esattamente le stesse: rabbia, dolore, un forte senso di colpa che hanno comunque preso ognuno di noi allo stesso modo.

Entrare nei campi fu come entrare in un’altra dimensione: diversa, grigia, silente, totalmente opposta dal nostro vivere quotidiano, molto lontana e difficile immaginarla senza esserci stati, averla toccata con mano, calpestata ed avendo respirato quell’aria.

foto di Giulia

foto di Giulia

La profonda sensazione di silenzio interiore, che è riuscita ad entrare in ognuno di noi e che hanno trasmesso i due campi, uniti al minuto di silenzio dopo la cerimonia del memoriale e il discorso delle sigle sindacali è stato un momento davvero unico e molto toccante per ognuno di noi.

Impossibile comprendere come al di fuori di quelle lunghe fila di mura e filo spinato, persone che abitavano nei pressi dei campi di sterminio potessero condurre una vita normale sapendo dello scempio che accadeva a pochi metri dalla propria abitazione, così il pensiero rivolto agli ufficiali tedeschi che eseguivano gli ordini a loro imposti senza spesso dare segno di rispetto della vita umana.

La cosa particolare di questi luoghi è che ci hanno trasmesso sia esperienze che siamo riusciti a vivere nella collettività, ma allo stesso modo vissute da noi interiormente e percepite in maniera singolare e totalmente differente.

foto di Daniele

foto di Daniele

foto di Vittorio

foto di Vittorio

foto di Adriano

foto di Adriano

Alcuni di noi in questi luoghi hanno sentito la necessità interiore di isolarsi e di approfondire nel proprio silenzio la massima interiorizzazione per cogliere profondamente quello che era accaduto durante lo sterminio.

foto di Alessandro

foto di Alessandro

Soffermarsi a guardare negli occhi tutte quelle foto dei prigionieri, rasati, impauriti, alcuni con aria di sfida, sia uomini che donne, spogliati completamente della propria umanità e dove gli era stato negato il diritto alla vita è stato un momento molto sofferente per la maggior parte di noi e delle persone che ci circondavano.

foto di Davide

foto di Davide

Alcune stanze del campo erano riempite con montagne di capelli tagliati, oggetti di ogni tipo, fotografie che venivano sequestrate all’arrivo del campo; sensazioni davvero surreali e tristi, difficile da immaginare che ogni singolo di quegli oggetti fosse appartenuto a qualcuno, che purtroppo oggi, non esiste fisicamente più, ma che sarà portato dentro di noi e ricordato per sempre dopo questo viaggio.

foto di Miriam

foto di Miriam

La nostra gioia più grande alla fine di questa esperienza sarà quella di essere portatori di memoria.

Memoria indelebile che sarà custodita dentro ognuno di noi e trasmessa per tutta la vita alle generazioni future.

“Chi semina violenza, raccoglie guerra. Chi semina PACE non è vissuto invano”

Redato da: Alessandro Griso

Pensieri di: Adriano, Giulia, Daniele, Davide, Vittorio, Giacomo, Federico, Miriam e Alessandro

foto di Giacomo

foto di Giacomo