Campagna Vaccinale. Dimenticati i lavoratori dei trasporti

CAMPAGNA VACCINALE: REGIONE LOMBARDIA CREA DISUGUAGLIANZE E DIMENTICA I LAVORATORI DEI TRASPORTI.

 

In queste ore il governo ha avviato una revisione del piano vaccinale nazionale considerati i diversi problemi legati all’approvvigionamento, alla distribuzione e alla somministrazione del vaccino.

I criteri nazionali prevedevano una scansione che privilegiava i soggetti deboli o più esposti per poi passare alle vaccinazioni di massa sulle quali la competenza ricadeva sulle regioni.

Regione Lombardia ha unilateralmente deciso che alcune figure professionali dovessero precedere altre rompendo ancora una volta un’omogeneità di criteri nazionali e, ancora una volta, innescando una competizione tra lavoratori e cittadini.

Ci chiediamo e chiediamo a Regione Lombardia per quale ragione i lavoratori dei servizi essenziali a cui in questi mesi sono stati richiesti sacrifici ulteriori per mantenere attivi assistenza, approvvigionamenti alimentari, Mobilitá non siano stati considerati come un’unica categoria di lavoratori più esposti a cui somministrare in via prioritaria il vaccino anti Covid?

Avremmo preferito e continuiamo a chiedere un’omogeneità nazionale nei criteri e nella modalità della campagna vaccinale perché anche questa priorità per tutto il Paese non diventi causa di ulteriori disuguaglianze e ingiustizie.

Se Regione Lombardia intende proseguire in un’altra direzione chiediamo che chiarisca per quale ragione i lavoratori dei trasporti di merci e di persone sono stai considerati essenziali durante il lockdown e lungo i momenti più critici della pandemia e oggi non sono considerati tra i lavoratori più esposti a cui somministrare prioritariamente il vaccino.

A questo si aggiunga che apprendiamo dalla stampa di un orientamento di Regione Lombardia ad affidare alle aziende la

Campagna vaccinale, una scelta che se compiuta amplificherebbe ulteriormente le disuguaglianze fra occupati e non e fra lavoratori delle aziende più grandi e più strutturate e quelle più piccole e più fragili. In queste ore il governo ha avviato una revisione del piano vaccinale nazionale considerati i diversi problemi legati all’approvvigionamento, alla distribuzione e alla somministrazione del vaccino.

I criteri nazionali prevedevano una scansione che privilegiava i soggetti deboli o più esposti per poi passare alle vaccinazioni di massa sulle quali la competenza ricadeva sulle regioni.

Regione Lombardia ha unilateralmente deciso che alcune figure professionali dovessero precedere altre rompendo ancora una volta un’omogeneità di criteri nazionali e, ancora una volta, innescando una competizione tra lavoratori e cittadini.

Ci chiediamo e chiediamo a Regione Lombardia per quale ragione i lavoratori dei servizi essenziali a cui in questi mesi sono stati richiesti sacrifici ulteriori per mantenere attivi assistenza, approvvigionamenti alimentari, Mobilitá non siano stati considerati come un’unica categoria di lavoratori più esposti a cui somministrare in via prioritaria il vaccino anti Covid?

Avremmo preferito e continuiamo a chiedere un’omogeneità nazionale nei criteri e nella modalità della campagna vaccinale perché anche questa priorità per tutto il Paese non diventi causa di ulteriori disuguaglianze e ingiustizie.

Se Regione Lombardia intende proseguire in un’altra direzione chiediamo che chiarisca per quale ragione i lavoratori dei trasporti di merci e di persone sono stai considerati essenziali durante il lockdown e lungo i momenti più critici della pandemia e oggi non sono considerati tra i lavoratori più esposti a cui somministrare prioritariamente il vaccino.

A questo si aggiunga che apprendiamo dalla stampa di un orientamento di Regione Lombardia ad affidare alle aziende laCampagna vaccinale, una scelta che se compiuta amplificherebbe ulteriormente le disuguaglianze fra occupati e non e fra lavoratori delle aziende più grandi e più strutturate e quelle più piccole e più fragili.