In Lombardia 37 morti sul lavoro nei primi tre mesi dell’anno

In crescita malattie professionali e denunce degli studenti

Un bilancio drammatico: secondo i dati pubblicati da Inail, nel solo primo trimestre 2025 in Lombardia sono stati denunciati 27.185 infortuni sul lavoro, di cui 37 con esito mortale. A livello nazionale, le denunce con esito mortale sono state 210, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2024.

A preoccupare in modo crescente è anche il fenomeno degli infortuni tra gli studenti. In Lombardia sono state presentate 5.891 denunce, il 23% del totale nazionale, con un incremento del 3,4% rispetto al 2024. Tre gli infortuni mortali segnalati nella sola regione, di cui 2 in occasione di lavoro. In tutto il Paese, le denunce di infortunio degli studenti di ogni ordine e grado sono state 25.797, pari al 18,1% del totale complessivo. Di queste, circa 600 sono legate a incidenti avvenuti durante i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO).

Anche le denunce per malattia professionale in Lombardia registrano un forte aumento: 1.183 nei primi tre mesi del 2025 (+24,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).

“Quello che accade ogni giorno nei luoghi di lavoro non è frutto del caso, ma di precise scelte economiche, politiche e organizzative. Se si continua a morire nei cantieri, nei piazzali, nei reparti, è perché la prevenzione e la formazione sono marginali se non assenti, i controlli insufficienti e la logica del profitto viene prima della vita delle persone, dichiara Eloisa Dacquino, Segretaria Confederale UIL Lombardia.

Il dato riferito alle denunce di infortunio degli studenti, di cui tre con esito mortale in Lombardia è allarmante. A livello nazionale, 600 ragazzi si sono infortunati nei percorsi scuola-lavoro. Non può essere accettabile né passare sotto silenzio che esperienze pensate per formare diventino occasione di esposizione a rischi gravi, talvolta mortali.”

“Come UIL Lombardia da tempo rivendichiamo un piano straordinario per la sicurezza nei luoghi di lavoro e in tutti gli ambiti educativi e formativi della nostra regione: più ispettori, più vigilanza, maggiori investimenti nei servizi di prevenzione, impegno concreto verso una formazione di qualità, trasparenza negli appalti. Non servono slogan e non basta siglare Protocolli se poi non vengono applicati. Occorrono azioni concrete. Ora.” conclude Dacquino.