Ancora troppi infortuni sul lavoro e tra i banchi di scuola in Lombardia
Eloisa Dacquino: “Inaccettabile che da inizio anno 60 lavoratori in Lombardia abbiano perso la vita. Rivendichiamo investimenti, interventi strutturali, potenziamento dei controlli e degli organici dei servizi di prevenzione
L’Inail ha reso noti i dati relativi alle denunce di infortunio e di malattia professionale presentate nei primi cinque mesi del 2025. A livello nazionale, le denunce complessive di infortunio sono state 247.681, di cui 386 con esito mortale (+4,6%). Sul fronte delle malattie professionali, le denunce presentate sono 42.383, in aumento del 9% rispetto all’anno scorso.
In Lombardia, i dati confermano un quadro allarmante: a maggio di quest’anno sono state 47.113 le denunce complessive, di cui 60 con esito mortale e 2.121 quelle legate alle malattie professionali, con un incremento del 21,41% rispetto al 2024. Particolarmente significativo anche il dato relativo alle denunce di infortunio degli studenti, che in Lombardia sono state 10.379 (di cui 2 con esito mortale), pari al 23% del totale nazionale, con un aumento del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2024.
«Ogni giorno in Lombardia – sottolinea Eloisa Dacquino, Segretaria Confederale UIL Lombardia,– troppe persone rischiano la vita o la salute sul lavoro. Pensare che da inizio anno 60 lavoratori l’abbiano persa è inaccettabile. Così come le denunce di infortunio degli studenti, che in Lombardia aumentano in modo allarmante e a livello nazionale oltre 1.000 riguardano studenti coinvolti nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO.) Non ci stancheremo di ripetere che serve un impegno straordinario per la prevenzione, senza ‘sconti’ per chi non rispetta le regole. Un impegno che non sia legato all’emergenza, ma orientato a un piano strutturale fondato su azioni integrate, strategiche e durature, cui destinare risorse adeguate. Gli infortuni e le morti sul lavoro sono l’epilogo di una catena di omissioni che va spezzata>>.
La UIL Lombardia, rilanciando l’allarme, rivendica investimenti, interventi strutturali, potenziamento dei controlli e degli organici dei servizi di prevenzione. E ancora e soprattutto un cambio di passo culturale e organizzativo che parta dalle imprese, in grado di mettere al centro la tutela della persona.