Emergenza caldo: accolta la richiesta di sospendere le attività nelle ore più calde
Provvedimento necessario che doveva essere assunto da tempo. Denunciamo la chiusura delle parti datoriali
Regione Lombardia firmerà oggi, per mano del Presidente Attilio Fontana, l’ordinanza di sospensione delle attività lavorative nella fascia oraria più critica, dalle 12:30 alle 16:00, in presenza di condizioni di rischio alto segnalate dal sistema Worklimate.
Una decisione che giunge a valle delle dure prese di posizione che la UIL Lombardia ha ribadito con forza nel corso della riunione della Cabina di Regia regionale tenutasi lo scorso 26 giugno.
<<È un provvedimento necessario, più volte sollecitato negli scorsi mesi – dichiara Eloisa Dacquino, Segretaria Confederale UIL Lombardia – che da tempo avrebbe dovuto essere assunto. La UIL Lombardia prende atto positivamente di questa apertura, che riconosce finalmente la gravità di una condizione climatica ormai strutturale e la necessità di misure straordinarie per tutelare la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori nei settori maggiormente esposti>>.
Disappunto, invece in merito al comportamento delle parti datoriali. <<Non possiamo tuttavia tacere – prosegue Dacquino – la perdurante chiusura delle parti datoriali, che anche nella riunione tenutasi il 30 giugno, convocata dall’Assessore Bertolaso, hanno ribadito la contrarietà a un’ordinanza che imponga uno stop delle attività nelle ore di massimo rischio. Abbiamo chiesto ascolto e condivisione di legittime rivendicazioni. Accogliamo quindi con favore gli impegni assunti dall’Assessore Bertolaso e le dichiarazioni rese alla stampa dal Presidente Fontana. Verificheremo, all’atto della pubblicazione, che l’Ordinanza rispecchi gli impegni assunti in esito al confronto e alle richieste unitarie del Sindacato confederale. Come UIL Lombardia continueremo a vigilare affinché nessuno resti privo di tutele e sorveglianza nell’ambito delle attività lavorative, con particolare attenzione nei settori dell’edilizia, agricoltura e in tutti i contesti in cui le elevate temperature possano mettere a rischio la salute e la vita di lavoratrici e lavoratori. Per noi il diritto alla salute e alla sicurezza delle persone vengono prima di ogni cosa>>.
E alle parole della Segretaria Confederale si uniscono quelle delle Categorie, dall’edilizia (Feneal UIL) all’agroalimentare (UILA)
<<L’adozione dell’ordinanza regionale sul lavoro nelle ore più calde – evidenzia il Segretario Generale Feneal UIL Lombardia Riccardo Cutaia – rappresenta una conquista importante per FENEALUIL Lombardia e per tutte le lavoratrici e i lavoratori impiegati nei settori dell’edilizia e delle cave. Da anni solleviamo il problema del rischio crescente legato al caldo estremo, aggravato dal cambiamento climatico e da stagioni estive sempre più lunghe e violente. Nei cantieri e nei contesti estrattivi, chi lavora esposto al sole sa bene cosa significa affrontare giornate con temperature oltre i 35 gradi: lo stress da calore, la perdita di lucidità, i malori improvvisi e il rischio concreto di infortuni sono condizioni che non possiamo più considerare ‘normali’. Abbiamo condotto una battaglia sindacale determinata e unitaria, chiedendo a Regione Lombardia di assumersi la responsabilità di mettere nero su bianco regole vincolanti per la sospensione dei lavori nelle ore più critiche. Oggi, con questa ordinanza, abbiamo finalmente uno strumento concreto, che recepisce parte delle nostre richieste e segna un cambiamento di passo rispetto al passato. Ovviamente, sappiamo bene che c’è ancora molto da fare: i criteri applicativi andranno monitorati attentamente, servono meccanismi di controllo rigorosi e uniformi sul territorio, e vanno evitati comportamenti elusivi. Ma siamo assolutamente soddisfatti di questo primo risultato, che nasce da una mobilitazione sindacale seria e responsabile, e che potrà salvare salute e vite nei luoghi di lavoro>>
<<Un ottimo risultato – sottolinea il Segretario Generale UILA Alberto Donferri – ottenuto grazie alla pressione sindacale che salvaguardia anche le specificità del settore e fa salvi i protocolli nazionali, quelli territoriali e aziendali sottoscritti per la salvaguardia della salute della sicurezza dei lavoratori in un settore particolare come quello agricolo. Ci troviamo in un settore esposto alla clima dove se ci si ferma, a differenza degli altri settori, si devono trovare soluzioni contrattate alla copertura del tempo non lavorato. Per questo l’accordo e la contrattazione restano sempre la soluzione migliore che di certo può essere rafforzata e integrata con un’ordinanza>>.