RESISTENZA – COSTITUZIONE – LAVORO
Quest’anno ricorre il 65° anniversario della Liberazione. La manifestazione del 25 aprile come sempre assume un rilievo particolare non solo per la ricorrenza in sé, ma anche per ribadire e difendere i valori della Resistenza e della Costituzione che i padri fondatori della Repubblica vollero a garanzia di tutti cittadini, al di sopra e al di là delle differenti opinioni politiche e religiose, per la tutela della libertà e dei diritti fondamentali. Quei valori costituiscono il faro destinato ad illuminare e indirizzare le nostre azioni, e il loro rispetto è il fondamento della convivenza civile.
E’ sotto gli occhi di tutti la caduta, talora precipitosa, di valori fondamentali, dal rispetto delle regole e delle istituzioni, al rispetto della persona umana che spesso mette in discussione il principio di uguaglianza che costituisce uno dei cardini dei sistemi democratici. I comportamenti e le dichiarazioni di tutti i soggetti istituzionali e delle forze politiche e sociali debbono essere improntati al rispetto della legge e alla difesa dello Stato di diritto. L’impianto dei valori costituzionali, in particolare per ciò che attiene alla divisione dei poteri e al rispetto reciproco fra le varie istituzioni, è fondamentale se non vogliamo precipitare in un baratro senza fine. Gli organi fondamentali di garanzia, a partire dalla Magistratura, devono essere rispettati ed aiutati a funzionare al meglio così come meritano altrettanto rispetto le Assemblee Legislative e gli Organi di Governo. L’etica nella vita politica e istituzionale costituisce sempre di più un elemento di fondo da rafforzare e da valorizzare.
Ma bisogna anche restituire al lavoro, valore fondante della Repubblica, il suo ruolo e la sua dignità. La gravissima crisi economica che ha colpito duramente i paesi dell’occidente industrializzato per effetto della mancanza di efficaci strumenti di controllo della speculazione finanziaria, ha portato ad un contrasto stridente fra i princìpi costituzionali in tema di lavoro e la durissima realtà del nostro Paese che registra anch’esso la crescita della disoccupazione mentre si aggravano le condizioni della precarietà e il numero dei morti sul lavoro rimane una tragica e inaccettabile anomalia italiana. E’ una situazione insopportabile, che dev’essere superata al più presto, investendo nel capitale umano e restituendo ai lavoratori e alle loro famiglie sicurezza e dignità.
Mentre ricordiamo i 100.000 caduti della Resistenza e celebriamo le pagine più ricche e belle della nostra storia, dobbiamo assumere l’impegno solenne a realizzare gli ideali democratici per cui tanti sacrifici sono stati compiuti ed a tradurre nella realtà i principi fondamentali della nostra Costituzione, consegnando ai giovani la speranza di un futuro migliore. Neppure possiamo ignorare, in un contesto internazionale preoccupante, i prigionieri politici. Per questo lanciamo un forte appello per la loro liberazione nella profonda convinzione che, come ha insegnato la Resistenza, senza libertà non vi può essere pace.