L’ambigua modernità della Grande Distribuzione

Le imprese aderenti a Federdistribuzione si autodefiniscono moderne, ma in realtà assumono comportamenti meschini e di vecchio stampo, sia nei confronti dei lavoratori, sia riguardo al problema dell’apertura dei Supermercati e dei Centri Commerciali tutte le domeniche e i giorni festivi dell’anno, Natale e Pasqua, 25 Aprile e 1° Maggio compresi. Il comportamento deplorevole e ricattatorio di queste imprese nei confronti delle lavoratrici (madri in particolare) e dei lavoratori è stato messo in evidenza da una argomentata sentenza del tribunale di Rovereto, (successivamente confermata dalla Corte di Appello di Trento) che ha condannato, dichiarando illegittima, la pratica diffusa nel settore di far sottoscrivere (al momento dell’assunzione) l’obbligo incondizionato di lavorare tutti i giorni festivi dell’anno.

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Il profilo asociale di questa Federazione di imprese e del suo “illuminato” Presidente, Cobolli Gigli, emerge chiaramente proprio dal come si rapporta con il problema delle festività nazionali, religiose e civili, rispetto alle quali, non solo rimane indifferente, ma si scaglia contro la ragionevole ipotesi di una limitata correzione della liberalizzazione selvaggia in essere dal 2012, che il Parlamento dovrebbe approvare attraverso il recupero di 12 giorni di chiusura e di relativo riposo da restituire a tutti i lavoratori del commercio. Noi non siamo contro la cultura dei servizi, di tutti i servizi, anzi diciamo che va rafforzata con la partecipazione e il contributo di tutte le organizzazioni rappresentative di interessi collettivi, al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Questi possono essere definiti consumatoriclientiutenti o altro, ma sempre cittadini rimangono -lavoratori e pensionati, commercianti, professionisti e pubblici dipendenti-, che nell’equilibrio tra i diritti e i doveri, tra ciò che danno e ciò che ricevono, trovano la conferma della convivenza civile e della coesione sociale.

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Chiedendo e ottenendo la totale liberalizzazione delle aperture degli esercizi commerciali -che non esiste nella maggioranza dei Paesi dell’Unione europea, e in nessuno di quelli comparabili con il nostro, come Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Olanda, Danimarca e Austria-, Federdistribuzione fa emergere il suo profilo asociale e pretende una legislazione a misura dei suoi interessi particolari, finanziari, fondiari e di strozzinaggio delle piccole imprese. Che altro ci si può aspettare da una organizzazione che da tre anni e mezzo nega ai suoi dipendenti un Contratto Nazionale di Lavoro almeno pari a quello firmato dalla Confcommercio con UILTuCS, FILCAMS e FISASCAT? È tutta qui la modernità che Federdistribuzione attribuisce a sè stessa e alle imprese che, come pecorelle, assecondano il protagonismo di un Presidente che vuole fare il primo della classe a spese dei lavoratori? Che dire, inoltre, di tutta la logistica appaltata a false cooperative e società di servizio che sfruttano i lavoratori per conto della “Distribuzione Moderna Organizzata? Se è vero, quindi, che i servizi sono importanti per migliorare la qualità della vita dei cittadini e per interagire proficuamente con le problematiche connesse al fenomeno del “nuovo turismo” che coinvolge positivamente anche le grandi città metropolitane -con fiere, mostre, manifestazioni e iniziative culturali di grande successo-, è anche vero che la risposta più matura è quella che mette in equilibrio e coordina il tutto al fine di valorizzare  ciò che di bello e di interessante offre l’Italia. Avere una rete commerciale articolata, bella e attrattiva, in grado di offrire qualcosa in più della semplice vendita di prodotti è sicuramente una buona cosa. Quello che invece non va bene è l’estremismo liberista che crea problemi “sproporzionati” alle lavoratrici e ai lavoratori del settore e, nel contempo, svalorizza i giorni speciali che fanno famigliacomunità e storia senza le quali vengono meno i punti di riferimento e avanza la “società liquida”. Il 1° maggio -che quest’anno coincide con il 70° anniversario dell’eccidio di Portella della Ginestra– è un giorno come un altro? No, Signor Presidente Cobolli Gigli, i giorni sono tutti uguali per gli animali, non per le persone…

Giovanni Gazzo (Presidente Uiltucs Lombardia)