Strategia Energetica Nazionale e sviluppo sostenibile

I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Vincenzo Colla, Giovanni Luciano e Tiziana Bocchi hanno inviato oggi una lettera al Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per chiedere un incontro sulla .

Le tre Confederazioni hanno allegato alla missiva un documento con le loro proposte, di cui vorrebbero discutere con il Governo, «Strategia Energetica Nazionale (SEN). Per una Strategia Energetico Climatica (SEC)».

«A circa cinque anni dall’approvazione della SEN – sostengono Cgil, Cisl e Uil nel documento – è necessario sottolineare che l´aggiornamento proposto dal Governo avviene mentre il Paese permane in uno stato di bassa crescita”, motivo per cui è ”prioritaria l’attuazione di politiche per uno sviluppo sostenibile, per ridurre le emissioni climalteranti in linea con gli accordi di Parigi del 2015 (Cop 21), ma anche per contribuire alla ripresa dell’economia nazionale».

Per le tre sigle sindacali «la strategia energetica/climatica deve essere chiara e lungimirante e costituire un quadro di riferimento solido per le scelte di politica industriale, fiscale, per la ricerca e l’innovazione tecnologica, premessa indispensabile per l’attivazione degli investimenti pubblici e privati, in tutti i settori dell’economia», «avendo anche l´obiettivo della riduzione del gap di maggior costo dell’energia in Italia rispetto alle altre economie europee».

Cgil, Cisl e Uil nel documento propongono «la costituzione di un Osservatorio per l’energia, con la partecipazione dei Ministeri competenti, Enti Locali, mondo accademico e Parti Sociali, per avviare un’attività permanente di programmazione, consultazione e monitoraggio per l’attuazione di una politica energetica sostenibile sul versante ambientale, sociale e occupazionale».

Temi su cui è tornati anche oggi in occasione dell’iniziativa ‘Investire nello sviluppo sostenibile’. È questo il titolo dell’iniziativa promossa da Cgil, Cisl, Uil a Bologna, in occasione del G7 Ambiente.

Sono intervenuti i rappresentanti dei sindacati internazionali ed europei, tra i quali Alison Tate (Ituc), Montserrat Mir (Etuc), Tim Page (Tuc, Regno Unito) e Frederik Moch (Dgb Germania)

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“Non vi sono posti di lavoro su un pianeta morto” sottolineano nel documento unitario Cgil, Cisl, Uil. Bisogna “partire dalla conferma e dall’attuazione dell’accordo di Parigi e dagli obiettivi dell’Agenda 2030 per promuovere uno slancio a favore della trasformazione industriale ed economica verso un’economia rispettosa dell’ambiente, che garantisca occupazione dignitosa per tutti e sia socialmente inclusiva”.
Nel documento i sindacati chiedono ai paesi del G7, che “dovranno assumere un ruolo guida rispetto agli altri governi” nel percorso verso una “giusta transizione”, di intraprendere azioni specifiche. Innanzitutto è necessario “garantire che i contributi determinati a livello nazionale (NDC) rispettino l’obiettivo globale di emissioni, per evitare un aumento di temperatura oltre i 2°C”, e “rafforzare le priorità ambientali e climatiche nei bilanci dei paesi e nella cooperazione internazionale”.
“È importante avviare un dialogo tra Istituzioni, sindacati e datori di lavoro sui mezzi atti a garantire una giusta transizione per i lavoratori e le comunità, compreso il sostegno alla creazione di fondi per conseguire obiettivi climatici più ambiziosi”.

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Per Carmelo Barbagallo, “dobbiamo pensare a un futuro multietnico e multi religioso e puntiamo a trasformare l’industria bellica in un’industria di pace, a rendere ecosostenibili le imprese, a fare in modo che le aziende del settore alimentare possano produrre cibo per tutti, altrimenti c’è il rischio che scoppino altre guerre”. “Il nostro approccio anche per quello che il Presidente di Confindustria Boccia definisce “patto per la fabbrica” deve contenere tutti i presupposti della nostra proposta unitaria in tema di sviluppo sostenibile”.